Gli scritti apocrifi su Sherlock Holmes

Sherlock Holmes

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L'incredibile passione dei fan del detective più famoso al mondo
sono tanti e si divertono a creare romanzi apocrifi. Rigorosissimi
Sherlock Holmes ?vivo e scrive assieme a noi
Un fenomeno iniziato ai tempi di Conan Doyle
che ormai ha creato un genere letterario a s?br> di DARIO OLIVERO
 

I CASI sono due. E non sono conciliabili. O si crede al primo o al secondo. Tertium non datur. Primo caso. Nel 1859 uno scrittore di nome Arthur Conan Doyle invent?due personaggi letterari che conobbero un successo strepitoso: un detective imbattibile, che chiam?Sherlock Holmes, e il suo amico, il dottor John Watson, incaricato di fare da spalla e di raccontare le avventure che condivideva con lui. Secondo caso. Conan Doyle è un personaggio letterario, anzi ?lo pseudonimo attraverso il quale il dottor Watson firmava i suoi racconti autobiografici delle avventure in compagnia di Holmes. Une versione più blanda del secondo caso ?che Doyle fosse l'agente letterario di Watson. Comunque, la conseguenza del secondo caso ?evidente: Sherlock Holmes ?esistito davvero. Bene, migliaia di persone credono nel secondo caso.

Sono gli sherlockiani. Questo loro assioma è la base di ci?che chiamano "Il grande gioco". L'operazione consiste nell'inventare nuove avventure di Sherlock Holmes, immaginarlo alle prese con eventi e personaggi storici che non sono mai stati descritti, trovare relazioni possibili e plausibili alternative a quelle scritte da sir Arthur. Questi testi vengono chiamati "apocrifi" per distinguerli da quelli originali (quattro romanzi e 56 racconti), il cosiddetto "canone". Quello che anticipa Repubblica.it (Il mandala di Sherlock Holmes) è un apocrifo.

Premessa: il fenomeno degli apocrifi di Sherlock Holmes ?incominciato praticamente con Conan Doyle ancora in vita e da allora ne sono stati scritti decine di migliaia. Il successo ?tale da poter parlare di genere letterario a s? Come tutti generi letterari deve rispettare alcune regole. Come tutti i giochi "il grande gioco" ha delle regole serie. E c'?hi ?depositario di queste regole: 700 associazioni in tutto il mondo, più di 112 mila siti Internet messi in piedi da persone unite da un'unica passione. Sono loro che controllano, vagliano, discutono, ricercano, si scambiano informazioni e novità E, spesso, leggono e scrivono apocrifi.

Enrico Solito, neuropsichiatra infantile, membro degli sherlockiani italiani, ha scritto due libri apocrifi. Come si fa? "Un apocrifo - dice - deve rispettare il canone. Meglio ancora se riesce a svelare le contraddizioni del canone stesso e a riempire i vuoti temporali e di contenuti dell'opera di Conan Doyle". Poi, dice ancora Solito, "deve rispettare, oltre che lo stile letterario del canone, la realtà storica in cui viveva Holmes, la politica internazionale, la geografia. Insomma, ci vuole un'opera di documentazione maniacale".

"Conan Doyle ha fatto vivere a Holmes 60 avventure. Il gioco consiste nel farlo viaggiare, incontrare personaggi storici del suo tempo e farlo interagire con essi", dice Marco Zatterin, giornalista e ovviamente sherlockiano. Zatterin ha scritto una più e teatrale (Sherlock Holmes e il mistero della tomba del faraone) in cui il detective di Baker Street, nel periodo di vuoto tra la sua morte e l'anno in cui l'autore decise - per pressante richiesta dell'editore - di riportarlo in vita, si imbatte in un'avventura in Egitto. "Il canone ?rispettato - dice - perché come dice Conan Doyle nelle opere successive, Sherlock Holmes per tornare dal Tibet in Francia, deve avere per forza risalito il Nilo. E proprio in quel periodo ?possibile che si sia imbattuto nel suo connazionale Howard Carter che stava scoprendo la tomba di Tutankhamon".

Capito come funziona? Il canone è il canovaccio su cui intessere ogni variazione purch?non entri in contraddizione con il canone stesso. E se questo succede, si può star certi che gli sherlockiani lo faranno notare smontando pezzo per pezzo il presunto apocrifo.

Se qualcuno pensasse di essere di fronte a pericolosi monomaniaci commetterebbe un grave errore. Perch?l'esercito transnazionale che gioca al grande gioco ? formato da gente assolutamente normale, con professioni assolutamente normali. Come Gabriele Mazzoni, medico di Empoli, con tutta probabilitè il più grande collezionista italiano di oggetti e libri sherlockiani. La sua collezione vanta almeno cinquemila pezzi, di cui la met?sono libri e riviste che comprendono anche rarissime prime edizioni. Ha 48 anni, raccoglie queste cose da quando ne aveva 12. Da cosa nasce la passione per Sherlock Holmes? "E' un piacere misto - dice - mette insieme la sensazione infantile del mito con gli interessi dell'adulto per un periodo storico come quello
vittoriano, per la cultura inglese, per piccole cose come i caratteri tipografici. E nello stesso tempo è una passione che travalica il periodo storico e contiene ingredienti micidiali come il mistero e la sua soluzione".

Ecco perché nascono gli apocrifi: gli appassionati della creatura di Conan Doyle (o del dottor Watson) non potevano rassegnarsi a quelle poche opere ufficiali. Ne chiedevano altre. E si sono messi a scriverle. Indossando la maschera e calandosi nel personaggio e nell'epoca storica. E hanno scoperto che è una cosa che nasconde un piacere unico. Per dirla con i due autori apocrifi italiani: "Il grande gioco è una cosa deliziosamente inutile ma anche straordinariamente divertente".

Tratto dal quotidiano La Repubblica

 

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