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Esperienza a Londra

 

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Esperienza a Londra

Ciao a tutti, mi chiamo Riccardo, ho 33 anni ed ho recentemente partecipato ai lavori del convegno di Levico dello scorso ottobre, relativo a 'Il Lavoro in Europa'. Oltre alle varie relazioni inerenti al tema trattato, ho apprezzato molto la possibilitàdi scambiare varie opinioni con gli altri giovani presenti, specialmente quelli provenienti dall'estero. ?stato bello constatare in loro l'orgoglio di essere dei 'triveneti nel mondo' e la volont?di mantenere stretti i legami con le proprie radici.

Personalmente mi definisco veronese purosangue per 3/4, ed ?proprio per quell'ultimo quarto che mi sono progressivamente avvicinato ad associazioni come l'UNAIE, Veronesi nel Mondo e ad altre sempre legate all'emigrazione-immigrazione. Vorrei approfittare di questo spazio per raccontarvi brevemente la mia storia, partendo dai miei natali per poi arrivare alle mie esperienze più recenti.

I miei genitori sono entrambi italiani, ma si sono conosciuti all'estero, in Svizzera. Mio padre c'era andato negli anni '60 per lavoro, mia madre invece ci era nata, cresciuta e tornata dopo una parentesi italiana; i suoi genitori si erano conosciuti in Germania ai tempi della 2? guerra mondiale: mio nonno, un ferrarese cresciuto a Milano, da soldato italiano in prigionia, mia nonna da cittadina francese di origini bellunesi prelevata nella Francia occupata... ok, penso renda abbastanza bene l'idea.

Oltre ad avere il viaggio e l'emigrazione-emigrazione nel mio bagaglio genetico, posso affermare di essere stato un veneto nel mondo in prima persona, vi vorrei infatti raccontare brevemente della mia esperienza a Londra, città dove ho vissuto per quasi 3 anni. Qualche anno fa, dopo esserci stato come turista, decisi di farne anche un'esperienza di vita andandoci a viverci per un po'. ?stato un periodo importante della mia vita, un periodo che mi ha visto fare alcuni sacrifici per coniugare studio della lingua, lavoro in albergo e vita privata, ma che alla fine mi ha ripagato con esperienze gratificanti e formative, sia in ambito professionale che più strettamente personale. Ho anche avuto modo di constatare di come il mondo anglosassone apprezzi in maniera sincera (ma purtroppo non sempre appropriata e pertinente) il calore e l'inventiva latina nelle sue varie espressioni, soprattutto artistica. Per me ?stato motivo di orgoglio verificare che gran parte delle opere artistiche di valore di queste civilt?a cui spesso guardiamo non sono altro che italiane, più specificamente potrei citare la collezione privata dei Windsor, comprendente un'intera stanza dedicata al Canaletto (veneziano) oppure quelle del Louvre, del museo d'Orsay o delle altre National Galleries nel mondo, che vedono tra i pezzi forti le opere di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ma anche de Il Veronese, Giorgione (trevisano), Tiziano (bellunese), Tintoretto, Tiepolo, Bellini, Mantegna (tutti veneziani), oltre che naturalmente di altri artisti e scuole straniere di prim'ordine. Non mi addentrer?nemmeno a parlare di moda, architettura o lirica per suggerire che mi sembrerebbe opportuno, in qualche nostro prossimo meeting, spendere qualche parola anche sull'espressivit?artistica italiana e veneta in particolare, in modo da dare ai nostri conterranei all'estero qualche motivo in più per sentirsi fieramente italiani (o veneti) e renderli partecipi come protagonisti di una parte della storia del mondo moderno.

Da un paio d'anni sono di nuovo a Verona, ma sento che il mio viaggio Non è ncora concluso..."


Riccardo Grigoli


Tratto dal sito Utrim.it

 

 

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