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                            Un 
                            dubbio scuote l'Inghilterra "Il principe Carlo è 
                            bisessuale?"  
                            L'erede al trono pronto a difendersi con 
                            un'intervista tv  
                            di ENRICO FRANCESCHINI  
                            
                            
                             
                            LONDRA - Non poteva esserci un ritorno a casa 
                            peggiore per il 
							
							
							Principe Carlo, rientrato in patria 
                            dopo due settimane in India e in Medio Oriente. 
                            "Carlo è bisessuale?", domanda News of the World, 
                            con 4 milioni di copie il più diffuso quotidiano 
                            domenicale del Regno, sbattendo così in prima pagina 
                            la sostanza - anche se non i particolari, ancora 
                            censurati da un'ingiunzione giudiziaria - del 
                            presunto episodio di natura sessuale tra l'erede al 
                            trono e il suo maggiordomo.  
                             
                            Il peggio per il principe è che l'interrogativo 
                            sulle sue abitudini sessuali non nasce 
                            spontaneamente dallo spudorato tabloid, bensì 
                            dall'ennesima rivelazione: ieri si è saputo che, 
                            qualche giorno or sono, il segretario personale di 
                            Carlo, sir Michael Peat, formulò un quesito analogo 
                            a Mark Bollard, ex-addetto stampa della casa reale, 
                            chiedendogli se credeva che Carlo fosse 
                            "bisessuale". Poco importa che Bollard, il quale ha 
                            riferito la conversazione al giornale, abbia 
                            risposto negativamente. Quel che conta è che ormai 
                            neppure il suo segretario, colui che Carlo ha 
                            inviato in tivù a smentire le maldicenze sul proprio 
                            conto, sembra certo che il principe dica la verità. 
                            E se di Carlo dubita sir Peat, un aristocratico che 
                            lavora da una vita per i Windsor, si può immaginare 
                            come lo vedano i suoi sudditi.  
                             
                            Il dubbio del segretario sulla "bisessualità" del 
                            principe è riportato dall'intera stampa britannica, 
                            mentre sui siti Internet circolano elaborate 
                            ricostruzioni su chi faceva cosa a chi, nel letto 
                            condiviso da Carlo e dal valletto. Insomma, che 
                            attorno all'erede della regina Elisabetta stia 
                            infuriando uno scandalo di sesso, ormai in Gran 
                            Bretagna dovrebbero averlo capito tutti, nonostante 
                            il divieto della magistratura alla pubblicazione dei 
                            particolari. Un divieto che per il secondo giorno 
                            consecutivo ha convinto l'agenzia di distribuzione 
                            dei giornali stranieri a Londra a bloccare (e 
                            mandare al macero come una droga pericolosa) tutte 
                            le copie di Repubblica, Corriere, Stampa e Giornale, 
                            più un certo numero di quotidiani spagnoli. Il 
                            motivo è sempre lo stesso: non deve arrivare nel 
                            Regno, in nessuna lingua, la notizia che Carlo 
                            potrebbe essere andato a letto con il maggiordomo. 
                            Ci si può alludere. Lo si può far capire. Ma non lo 
                            si può dire o scrivere apertamente.  
                            Il punto fondamentale, per i media inglesi, non 
                            sembra tuttavia essere più se Carlo sia etero, omo o 
                            bisex, se 
							
							Buckingham Palace cerchi o meno di 
                            imbavagliare la stampa, se sia vero - come riporta 
                            il Mail - che il testimone chiave dell'intera 
                            vicenda, l'ex-valletto di corte George Smith, è 
                            stato minacciato da un uomo armato e mascherato che 
                            gli ha intimato di "chiudere la bocca". Il punto è 
                            che l'accumulo di gaffes, arroganza e controversie 
                            intorno al principe ha assunto proporzioni 
                            insostenibili: un erede che, dopo il divorzio e la 
                            morte di Diana, sembrava inadeguato al trono, oggi 
                            appare sempre più improponibile. "Una volta sembrava 
                            un eccentrico, ora è una figura patetica", scrive l'Independent, 
                            "l'ultimo a non capire che non potrà diventare re".
                             
                             
                            Lui per il momento non si arrende: fonti di palazzo 
                            dicono che sta meditando una controffensiva, che 
                            potrebbe citare in giudizio il valletto o i 
                            giornali, rilasciare una franca intervista 
                            televisiva sullo stile di quella famosa di Diana, 
                            mandare in campo il figlio William a difenderlo. 
                            Tutto è possibile. Ma intanto il destino ha voluto 
                            che Carlo, ancora in viaggio, fosse il grande 
                            assente ieri mattina dalla mesta cerimonia con cui 
                            la regina e la 
							famiglia reale hanno celebrato a 
                            Whitehall, in diretta tivù, sotto una gelida 
                            pioggerella, la giornata dei caduti. E si può 
                            scommettere che i Windsor non hanno sentito la sua 
                            mancanza.  
                             
                            Gentilmente tratto dal quotidiano La Repubblica 
                             
                             
                             
                             
  
                            
                            
                                  
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