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I deputati Brittanici votano si alla guerra.

LONDRA. Tony Blair non si ?tirato indietro:   prima del voto ai Comuni sull?Iraq ha chiesto l?appoggio alla sua linea e non si ?fatto impressionare dall?ondata di defezioni nel Governo in segno di protesta contro la politica di Londra. Il premier ha difeso con puntiglio la decisione di inviare truppe nel Golfo e ha chiarito che, in caso di voto contrario si sarebbe dimesso. Al momento del voto la sua posizione ha avuto 396 voti a favore e 217 contrari. Un?opposizione comunque robusta, più consistente di quella che ci si attendeva (150/160 secondo le previsioni della vigilia). Blair ha vissuto ieri uno dei giorni più importanti e cruciali della sua carriera, cominciato con ulteriori dimissioni nei ministeri di Whitehall dopo quelle annunciate da Robin Cook l?altro ieri. Blair rischiava la rivolta dei suoi e lo sapeva, anche se le prospettive di una sconfitta al momento del voto erano scongiurate per il fatto che i Conservatori erano dalla sua. Restava perè un folto gruppo di parlamentari laburisti da convincere (almeno 150). Per questo, ieri, durante il suo intervento, ha giocato il tutto per tutto. Il dittatore iracheno, ha dichiarato il leader laburista, si sentir?forte ?oltre ogni misura? se la comunità internazionale non lo disarmer? Se ci? non accadr? ha poi avvertito, lè unico a soffrire sarè il popolo iracheno. ?Chi festegger?e chi pianger?se noi ritiriamo le nostre truppe adesso?, si ?chiesto Blair davanti ad una Camera dei Comuni traboccante. Una ritirata adesso, ha proseguito, invierebbe un pericoloso messaggio agli altri ?tiranni? nel mondo, mentre il popolo iracheno continuerebbe a vivere nel ?terrore?. Riferendosi poi ad una possibile sconfitta a Westminster, l?inquilino di Downing Street ha avvertito - sia pure in modo velato - che avrebbe potuto arrivare anche a dimettersi: ?Io non prenderei parte ad un simile corso?, ha affermato. Intanto, nel Governo il numero di defezioni ?ormai salito a quota 7, mentre anche nell?opposizione comincia ad affiorare il logorio della crisi (in serata si sono dimessi tre ministri del Governo Ombra dei Tory). Nell?esecutivo di Blair, il ministro per lo Sviluppo internazionale, Clare Short, ?rimasto al suo posto nonostante le minacciate dimissioni, ma hanno seguito l?esempio di Cook 6 persone tra viceministri, sottosegretari e segretari permanenti. Ieri era sceso  in campo per sostenere il premier britannico anche l?ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. In una lettera pubblicata da The Guardian, l?ex presidente scrive che l?intervento armato si ?reso necessario a causa dell?ostruzionismo di Saddam Hussein che, non rispettando la risoluzione 1441, non ha distrutto le armi di distruzione di massa in suo possesso. Clinton critica anche i Paesi contro la guerra: ?Avrei voluto che Russia e Francia sostenessero la politica di Blair?.

Tratto dal Messaggero Veneto

 

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