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Saatchi: vi stupirò con la mia galleria

 

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Saatchi: vi stupirò con la mia galleria


Londra ha un nuovo simbolo dell’arte contemporanea: la Saatchi Gallery. L'inaugurazione davanti al bel mondo della cultura, dell'arte e dello star system.
di Emily Stefania Coscione
Londra ha un nuovo simbolo dell’arte contemporanea: la Saatchi Gallery. Inaugurata con un party di lancio che ha attratto centinaia di personaggi famosi, è nata da un’idea, e un sogno, di Charles Saatchi. L’ex pubblicitario, fondatore con il fratello Maurice della premiata ditta Saatchi & Saatchi, è da anni un accanito collezionista di opere d’arte e un mecenate convinto.
Grazie a lui, artisti come Tracey Emin e Damien Hirst , giudicati spesso fin troppo anticonformisti per trovare posto in gallerie più tradizionali, hanno finalmente trovato la voce, e lo spazio, che cercavano nei locali della galleria, situata nella prestigiosa cornice culturale della County Hall, sulle rive del Tamigi.

Il cinquantanovenne Charles Saatchi ha confermato la sua reputazione di personaggio schivo e riservato, evitando di partecipare personalmente all’inaugurazione. A fare gli onori di casa ci ha pensato la sua compagna, l’affascinante Nigella Lawson, giovane vedova e nota presentatrice di programmi di cucina della
BBC. Ma ad attendere gli oltre mille ospiti - dall’attore Jeremy Irons alla modella Sophie Anderton, da David Bowie alla figlia di Mick Jagger, Jade, dall’architetto Sir Norman Foster al cantante Damon Albarn dei Blur – è stata una sorpresa tipica del ricco imprenditore: la Saatchi Gallery è stata “battezzata” da un “quadro vivente” firmato dal controverso artista Spencer Tunick e a cui hanno partecipato 160 volontari, posando interamente nudi nei pressi della vicina ruota della London Eye.

Ma non è certamente la prima volta che il tranquillo e modesto Saatchi decide di scioccare i suoi ospiti. Le mostre da lui organizzate negli ultimi anni sono sempre state accompagnate da polemiche unite ad una profonda ammirazione. Il suo atteggiamento nei confronti dell’arte è stato spesso accusato di sensazionalismo, ma alla fine ha sempre dimostrato di aver ragione.
Le sue “scoperte”, pur scioccando il pubblico ed esasperando i critici, si sono immancabilmente rivelate anticipatrici di nuovi trend. E ora la sua nuova galleria si appresta a continuare il discorso iniziato qualche anno fa con il suo primo spazio, ricavato da una vecchia fabbrica di pittura situata nel quartiere di St John’s Wood, nel nord di Londra. La Saatchi Gallery è in grado di ospitare la sua intera collezione privata, che ammonta attualmente a oltre quattromila opere, e darà spazio continuo agli esponenti del movimento degli Young British Artists – un nome voluto dallo stesso Saatchi - con opere di artisti come Ron Mueck, Gavin Turk, Diane Hanson e Richard Wilson.

Tra i “pezzi” storici più importanti in esposizione figurano certamente “My Bed”, il famoso letto disfatto di Tracey Emin, e i vari animali trattati di Damien Hurst, oltre a opere ancora più controverse, come il ritratto della pluriomicida inglese Myra Hindley, firmato da Marcus Harvey, e il quadro della Madonna ricoperto di escrementi, firmato da Chris Ofili, vincitore del Turner Prize.

Molte delle opere incluse non sono mai state esposte in pubblico prima d’ora. Saatchi le ha acquistate sfruttando la mancanza di interesse da parte di tutte le altre gallerie londinesi e il suo “metodo” preoccupa notevolmente la “rivale” Tate Modern, la quale finora non è riuscita a dimostrare lo stesso coraggio nell’acquisire opere accompagnate da polemiche e controversie. Saatchi non esclude, però, la possibilità di collaborare con il direttore della Tate, Sir Nicholas Serota, in progetti che possano estendere l’interesse del pubblico nei confronti della “nuova arte”.

 “Charles merita un posto d’onore nel mondo dell’arte britannico” ha detto Damien Hirst, precursore degli Young British Artists, salutando la prima mostra della galleria che Saatchi ha voluto dedicare proprio all’amico. “Il suo approccio nei confronti dei nuovi artisti è quello ideale: acquista ciò che più gli piace, senza preoccuparsi del successo che avrà, se potranno piacere o meno, e delle conseguenze in termini finanziari. E’ un vero amante dell’arte, uno spirito libero e coraggioso che non deve tener conto di nessuno e che, soprattutto, non ha paura di provocare. E’ grazie a lui che l’arte inglese è un discorso in via di sviluppo, con un futuro reale davanti a sè”.
Tratto dal quotidiano On Line il Nuovo.it


 

 

 

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