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Londra riscopre i grandi film di Luchino Visconti

 

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Londra riscopre i grandi film di Luchino Visconti


A Londra fino al 12 giugno, il prestigioso il British Film Institute celebra Luchino Visconti, il regista aristocratico che tante pellicole indimenticabili ha firmato e consegnato alla storia del cinema. La retrospettiva è cominciata al National Film Theatre il 17 Aprile e ha già portato sullo schermo Ossessione , La terra trema, Bellissima e Senso. Durante le prossime settimane sarà la volta di Ludwig, Rocco e i suoi fratelli, L’Innocente. Particolare spazio, naturalmente, è dedicato ai due più grandi capolavori: Morte a Venezia e Il Gattopardo. E ci sono alcune sorprese: Claudia Cardinale sarà presente allo screening de Il Gattopardo (giovedì alle 6,15) e sarà intervistata da un giornalista del Guardian. Assai costosi i biglietti d’ingresso: 25 euro. Ed è la stessa Claudia Cardinale a descrivere Visconti per il pubblico inglese: “Luchino Visconti è stato veramente il più grande regista. I suoi film sono spesso epici, ma le storie sono ispirate dalle emozioni più profonde (...) Visconti rivela la profondità dell’anima umana. È fondamentale che il pubblico inglese riscopra la magia dei suoi film”. Un’altra piccola sorpresa: il 25 maggio una serata speciale intitolata “Visconti on work, witches and women” durante la quale verranno proiettati una selezione di lavori brevi fra cui Il Lavoro e Siamo Donne, con l’indimenticabile Anna Magnani. Da non perdere - il 17 maggio - un’intera giornata dedicata allo studio delle opere di Visconti durante la quale interverranno Geoffre Nowell-Smith e Richard Dye entrambi profondi conoscitori del regista italiano. In più il British Film Institute pubblicherà - per la prima volta in dvd - Ossessione e La terra trema. Un successo per la cultura italiana in una primavera che, a Londra, ha portato i capolavori di Tiziano alla National Gallery e molti oggetti d’arte nella mostra dedicata all’Art Deco e in programma fino alla fine dell’estate al Victoria&Albert Museum.

Nicola Lecca
Tratto dal quotidiano l'Unione Sarda

 

 

 

 

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